11/09/2019 – La consultazione sul regolamento attuativo del Codice Appalti si è conclusa, ma nel programma del nuovo Governo non c’è un riferimento esplicito alla riforma dei contratti pubblici. Nessuna menzione neanche per l’attuazione dello Sblocca Cantieri. Non c’è ancora nessun elenco ufficiale di opere prioritarie da far ripartire nell’immediato, né indicazioni sulla nomina dei commissari che dovranno gestire le opere da completare con urgenza.
Dando per scontato che anche per il nuovo Esecutivo sia una priorità creare regole certe e chiare per gli appalti e portare a conclusione i cantieri fermi, si può ipotizzare che il confronto sia aperto sulle modalità con cui raggiungere questi obiettivi.

Codice Appalti e regolamento unico

La riforma del Codice Appalti del 2016 è stata varata dal Pd sulla base di una legge delega che ha recepito le direttive europee in materia di contratti pubblici. Rispetto alle indicazioni di massimizzare la concorrenza, l’Italia ha puntato i piedi su alcune norme, come il tetto al subappalto, che Bruxelles non ha mai visto di buon occhio, ma che sono state sempre giustificate sulla base delle peculiarità territoriali, cioè del forte rischio di infiltrazioni criminali.

L’attuazione del nuovo Codice è stata demandata a linee guida ANAC e decreti ministeriali monotematici. Si riteneva che l’applicazione delle norme sarebbe stata più facile rispetto al regolamento attuativo del 2007. La realtà è stata diversa. L’adozione delle norme non è mai stata completata e gli operatori del settore, lamentando un maggior grado di incertezza, hanno chiesto il ritorno al regolamento unico.

Con il Governo Movimento 5 Stelle – Lega, sono iniziate le consultazioni per la revisione del Codice Appalti. Fino a che il Decreto Sblocca Cantieri ha effettuato una decisa sterzata, su iniziativa della Lega, verso il regolamento unico, l’innalzamento del tetto del subappalto, l’appalto integrato e altre misure pensate per velocizzare l’avvio dei lavori.

Ora che la Lega è fuori dal Governo, e che al suo posto è arrivato il Pd, c’è da chiedersi se cambierà l’approccio alla questione. Tenendo conto, però, che i costruttori edili e i professionisti spingono per il completamento della riforma. Con un comunicato, i sindacati edili, Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil, hanno chiesto, sulla base del dal Protocollo di Intesa, sottoscritto il 13 Aprile 2018, più attenzione contro il “dumping contrattuale” e sulle “catene lunghe di subappalti, con l’applicazione di CCNL diversi da quello dell’edilizia e una corsa al massimo ribasso travestito”. Chiesti anche il DURC a tre mesi e per cantiere, l’introduzione della congruità e la patente a punti per premiare le imprese ad infortuni zero.

Opere prioritarie e sblocco dei cantieri

La riforma del Codice Appalti è solo uno dei pilastri su cui il vecchio Governo intendeva poggiare il programma di velocizzazione dei lavori e completamento dei cantieri fermi. Alle promesse non sono seguiti i fatti.

Una delle prime incompiute, pensata per progettare e completare le opere in poco tempo, è la Struttura unica per la progettazione, conosciuta anche come Centrale di progettazione. L’ente, previsto dalla legge di Bilancio 2019 e atteso da gennaio, sarebbe destinato a sconvolgere i meccanismi della progettazione dando molto più spazio ai professionisti interni alle Pubbliche Amministrazioni. Il nuovo strumento, annunciato, ma mai arrivato, ha causato un terremoto di proteste dei liberi professionisti, che temono il peggioramento della qualità della progettazione e, di conseguenza, più contenziosi e maggiore perdita di tempo. Un effetto contrario a quello sperato. La struttura dovrebbe coordinarsi con Strategia Italia e Investitalia. Le due cabine di regia sono state istituite a febbraio. Strategia Italia si è insediata ad aprile e ha iniziato a lavorare al piano Invasi e al programma Proteggi Italia. A maggio sono iniziate le selezioni dei componenti di Investitalia. Non è quindi iniziato il lavoro coordinato cui le tre realtà sarebbero chiamate.

Prima dell’estate, con l’approvazione della legge Sblocca cantieri, è stato inoltre stabilito che entro dicembre deve essere resa nota la lista delle opere prioritarie da completare. Per la loro realizzazione saranno nominati dei commissari che avranno il potere di agire in deroga al Codice Appalti. Dopo una serie di ipotesi circolate e poi smentite, la palla per la definizione dell’elenco delle opere prioritarie passa al nuovo Governo.

“Qui ostacoli politici ai cantieri non ce ne saranno più”, ha assicurato il neoministro alle Infrastrutture, Paola De Micheli durante un’intervista rilasciata a “La Stampa”. Dalle dichiarazioni rilasciate da De Micheli, emerge che l’intenzione dell’Esecutivo Conte bis è quella di fare presto. Sulla Tav Torino – Lione, De Micheli intende “procedere il più rapidamente possibile”. Allo stesso modo, il Ministro si è detto contrario a stravolgere il progetto della Gronda di Genova.

Il programma di Governo prevede genericamente “investimenti mirati all’ammodernamento delle attuali infrastrutture e alla realizzazione di nuove infrastrutture”, cui dovrebbe concorrere anche la Banca per il Sud, e un piano per consentire manutenzioni ordinarie e straordinarie più assidue.

Che ne sarà, poi di Italia Infrastrutture Spa? Formalmente la società, istituita dalla Legge Sblocca Cantieri per gestire i cantieri delle opere pubbliche in ritardo, esiste dal 1° settembre 2019 con un capitale sociale di 10 milioni di euro, ma può essere definita una scatola vuota. Non sono stati ancora adottati il dpcm e il decreto del Mit che dovrebbero regolarne la composizione e il funzionamento.

In sospeso anche gli interventi di minore entità, come il piano per la mobiltià sostenibile, che si compone di diverse iniziative: l’installazione di infrastrutture per la ricarica dei veicoli elettrici e la realizzazione delle piste ciclabili. I decreti erano attesi rispettivamente entro il 18 luglio e il 31 agosto.

Procede invece a piccoli passi il programma piccoli cantieri, da finanziare con i fondi residui del piano 6000 Campanili. L’ex Ministro, Danilo Toninelli, ha firmato il decreto negli ultimi giorni del suo mandato.

Il programma del Governo Conte bis, il sondaggio di Edilportale

Il programma del Governo Conte bis elenca, tra le priorità, l’attuazione di un Green new Deal per la rigenerazione delle città, un piano per l’edilizia sociale e iniziative per le scuole. Ti chiediamo di darci un’opinione sulle possibili modalità di raggiungimento degli obiettivi che riguardano i settori della progettazione, dell’edilizia e dell’urbanistica.

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