Da agosto 2017, con l’approvazione e la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto Materiali, sono state adeguate alle direttive del Parlamento Europeo le norme che riguardano progettisti, materiali e produttori.

Sono più pesanti le sanzioni per chi prescrive e utilizza prodotti che non rispondono alle normative CE: si stabilisce, infatti, che la regolamentazione italiana, sia per quanto riguarda l’armonizzazione che per quello che concerne la commercializzazione, venga adeguata alle disposizioni del regolamento UE 305/2011.

È stata abrogata dunque la precedente direttiva 89/106/CEE.

Le responsabilità riguardano innanzitutto i produttori, in base al D.L.gs. 106/2017, infatti, già in fase di realizzazione si dovrà certificare la prestazione del prodotto in modo che rispetti le nuove direttive. La legge prevede sanzioni pecuniarie, con cifre che vanno dai 4.000 ai 24.000 euro, e l’arresto se il materiale in questione è di tipo strutturale o antincendio.

La certificazione di conformità sarà poi obbligatoria sia per i prodotti già disciplinati da una normativa specifica, sia per quelli adeguati alla valutazione tecnica europea, ma non regolamentati da leggi specifiche. È il caso, per esempio, di tutti quei materiali innovativi appena lanciati sul mercato.

Per quanto riguarda il rilascio dell’ETA (Valutazione Tecnica Europea), come si legge su lavoripubblici.it nell’analisi di Salvatore Sbacchis, è prevista la costituzione del ITAB (Organismo Nazionale per la Valutazione tecnica europea). In ogni caso le spese relative al rilascio di tale certificazione, le richieste di valutazione e autorizzazione, nonché le eventuali spese di notifica e simili, saranno tutte a carico dei richiedenti.

Maggiori saranno, inoltre, le responsabilità dei progettisti, dei direttori dei lavori e dei collaudatori, ovviamente secondo la propria specifica competenza: dovranno rispettare la nuova normativa pena lo scatto di “sanzioni professionali”. Sono previsti risarcimenti che vanno dai 2.000 ai 12.000 euro per chi prescrive materiali non conformi. E l‘ammenda sale ulteriormente, dai 5.000 ai 25.000 euro e viene coadiuvata dall’arresto fino a tre mesi, se, anche in questo caso, i materiali in questione sono destinati ad un uso strutturale o antincendio.

Per coordinare e garantire uniformità e controllo nelle procedure di certificazione e collaudo, il Decreto Materiali, istituisce anche un Comitato nazionale di coordinamento prodotti da costruzione. A sovraintenderlo il Presidente del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, che coordinerà tutte le attività delle amministrazioni del settore necessarie al raggiungimento di una maggiore uniformità.

Le sanzioni previste dal Decreto avranno di sicuro ripercussioni sul patrimonio edilizio abusivo, in quanto fermo restando le disposizioni nazionali, le ratifiche riguardano violazioni di dichiarazione di prestazione e marcatura CE, trasgressione nell’impiego i materiali da costruzione, mancanza degli obblighi degli operatori economici e inadempienza nelle certificazioni.

Tradimalt, dal canto sua, è molto soddisfatta di questo provvedimento nonostante esponga le aziende produttrici ad ulteriori controlli e, auspicando che non sia così, a probabili lungaggini: l’importanza di una “stretta” sulla qualità dei materiali impiegati in edilizia è garanzia di innalzamento degli standard e motivo di fiducia per chi, da anni, la persegue come unico faro guida.

da Edilportale