Il riordino delle detrazioni sarà indirizzato prevalentemente alle unità immobiliari soggette agli obblighi della Direttiva Case Green. Una riforma generale di bonus edilizi, che affronti le opere di riqualificazione degli edifici residenziali esistenti con un approccio integrato ed efficiente e superi la frammentazione delle detrazioni ad oggi attive. È l’obiettivo del riordino delle detrazioni fiscali per l’efficienza energetica degli edifici che il Governo sta mettendo a punto e che sarà formalizzato nel Piano Nazionale Integrato Energia e Clima di prossima emanazione.
Lo ha annunciato mercoledì scorso il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto, nel corso dell’audizione presso la Commissione Ambiente della Camera che sta svolgendo una indagine conoscitiva sull’impatto ambientale degli incentivi in materia edilizia.
Bonus edilizi, la riforma annunciata dal Governo
Il Ministro ha sottolineato la necessità di “un approccio integrato in un’ottica di sostenibilità” in vari ambiti, tra cui quello della tutela ambientale, energetico, della digitalizzazione e della sicurezza. “La riforma dei bonus edilizi – ha spiegato – dovrà avere una durata almeno decennale per rispondere agli sfidanti obiettivi europei previsti per il settore residenziale”.
Secondo il Ministro, un approccio integrato consentirebbe di ottimizzare le tempistiche ed i costi di riqualificazione di un edificio, favorendo gli interventi di riqualificazione profonda in un’ottica di sostenibilità che interessi vari ambiti:
– quello energetico, sotto il profilo dell’efficienza, della produzione di energia da fonti rinnovabili e dell’elettrificazione dei consumi;
– quello della digitalizzazione degli edifici e del dialogo con le altre infrastrutture quali quella dei trasporti;
– quello della sicurezza con riferimento agli aspetti sismici e all’antincendio;
– quello di tutela ambientale con riferimento alla riduzione dei consumi idrici e all’uso del verde.
La riforma dei bonus edilizi, “pertanto, riguarderà congiuntamente tutti gli aspetti citati, prevedendo diverse aliquote di detrazione, in funzione delle performance generali raggiunte dall’edificio, da ottenere attraverso interventi con vari livelli di priorità”, ha detto Pichetto Fratin.
Pichetto ha sottolineato in particolare che la riforma dei bonus edilizi dovrà:
– essere indirizzata prevalentemente alle unità immobiliari soggette all’obbligo della direttiva ‘Case Green’;
– garantire aliquote distribuite in un massimo di dieci anni;
– ammettere interventi sia singoli che di riqualificazione energetica profonda;
– garantire costi massimi specifici omnicomprensivi;
– essere affiancata da strumenti finanziari di supporto, quali ad esempio finanziamenti a tasso agevolato.
Questa prospettiva, ha ricordato il Ministro, deve accompagnarsi “a un quadro di incentivi edilizi stabili nel tempo, che dobbiamo definire nell’attuazione della delega fiscale”.
Per l’edilizia pubblica, non ammessa ai meccanismi di detrazione, Pichetto ha ricordato gli strumenti di riqualificazione energetica attivati dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, quali il Conto Termico, il PREPAC, il Fondo Nazionale Efficienza Energetica e l’Avviso CSE 2022.
Il Ministro ha inoltre citato, nella commissione guidata dal Presidente Mauro Rotelli, i dati del Superbonus che, secondo i dati Enea al 30 settembre, vede un numero di asseverazioni pari a oltre 430 mila, il 17% dei quali su edifici condominiali. “Una norma – ha detto Pichetto – dai tanti buoni propositi, ma che ad un’analisi costi-benefici postuma, non viene giustificata dagli effetti espansivi rispetto ai problemi creati sui conti pubblici o sull’aumento dei prezzi nel settore”.
Case Green, il Governo rimarca ‘la peculiarità del contesto italiano’
Ricordiamo che, secondo la Direttiva Case Green, nella versione approvata dal Parlamento Europeo a marzo, gli edifici residenziali dovranno raggiungere, come minimo, la classe di prestazione energetica E entro il 2030, e D entro il 2033, mentre per gli edifici non residenziali e quelli pubblici il raggiungimento delle stesse classi dovrà avvenire rispettivamente entro il 2027 (E) e il 2030 (D).
Per tenere conto delle differenti situazioni di partenza in cui si trovano i parchi immobiliari nazionali, nella classificazione di efficienza energetica, che va dalla lettera A alla lettera G, la classe G dovrà corrispondere al 15% degli edifici con le prestazioni energetiche peggiori in ogni Stato membro.
La Direttiva Case Green prevede che i Paesi membri possano escludere dagli obblighi di efficientamento alcuni edifici come monumenti e luoghi di culto, ma anche adeguare gli obiettivi in base alla fattibilità economica e tecnica delle ristrutturazioni e alla disponibilità di manodopera qualificata.
Pichetto ha, inoltre, ricordato la posizione sulla direttiva “Case Green”, ricordando l’impegno del governo in sede negoziale per rimarcare “la peculiarità del contesto italiano”. Il Ministro ha ribadito che “gli obiettivi temporali, specie per gli edifici residenziali esistenti, per come delineati ad oggi, non sono raggiungibili per il nostro Paese”. Sono temi “particolarmente controversi” per il Ministro “il timing, la definizione di un quadro di finanziamenti e incentivi a livello nazionale, l’omogeneità degli Attestati di prestazione”. Servono insomma, ha concluso Pichetto, “parametri omogenei per la fotografia iniziale del parco immobiliare ed è per questo motivo che ho mandato ad un gruppo di esperti di approfondire la tematiche e fornire un quadro chiaro”.
“La Direttiva Case Green – ha aggiunto Santillo – ci impone di intervenire sul 15% del patrimonio abitativo ad alto consumo energetico. Grazie al Superbonus noi abbiamo coperto già circa il 4% degli edifici: si tratta di un risultato notevole. Ora, per efficientare il patrimonio che manca, lo Stato ha solo due soluzioni: o attraverso un contributo all’edilizia residenziale privata, o attraverso una detrazione fiscale che diventi credito d’imposta”.
“Perché occorre dare la possibilità di ristrutturare l’immobile a chi non ha le risorse economiche. Non esistono altre soluzioni. E se le ha il governo, queste soluzioni, il ministro le dica. La si smetta di dire balle sul Superbonus e sui crediti di imposta” – ha concluso.
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